Darwin spiegato ai bimbi: ‘Mia nonna era un pesce’
Darwin spiegato a un bimbo di 3 anni? Si può, credetemi.
Mio figlio ama i gatti. Miagola, fa le fusa, graffia (purtroppo) e organizza partite di calcio tra felini: la squadra del gatto Lorenzo e del gatto Popoff contro quella del cane Molosso (non vi dico chi vince. Sempre).
A Carnevale, neanche a pensarci, indosserà un pelosissimo costume da micio nero che sono stata costretta a ordinare su Amazon (non si trovano vestiti da gatto neanche a mettersi in ginocchio nei negozi).
Così, se un tempo gli avessi detto che ha avuto una nonna pesce, avrebbe gonfiato a mantice le guanciotte.
“Ma no, mamma! Era un gatto. Un gatto blu”, mi avrebbe corretto col suo ditino perennemente alzato.
Ma con il libro che voglio cosigliarvi oggi sono riuscita a smuovere le sue certezze. E se ce l’ho fatta io…
CHARLES DARWIN SPIEGATO AI BAMBINI
«Se qualcuno vi dice che l’evoluzione è un’idea troppo difficile da spiegare ai bambini, non credeteci! L’evoluzione è una bellissima storia ed è ancora più bello sapere che è una storia successa veramente e che va avanti sul nostro pianeta almeno da 3700 milioni di anni».
Parola di Telmo Pievani, filosofo ed evoluzionista, che ha firmato la presentazione del volume “Mia nonna era un pesce”, scritto da Jonathan Tweet e interamente illustrato da colori a Karen Lewis (pagine 33, Erickson editore).
Così si parte dalla nonna Pesce, che “visse tanto, tanto, tanto, tanto tempo fa“. E’ lei la simpatica progenitrice in cima all’albero della vita che, proseguendo con la nonna Rettile, arriva fino alla nonna Mammifero, alla nonna Scimmia e si conclude – a pochi attimi dalla fine – con l’entrata in scena di noi umani (e, per fortuna, delle nostre nonne di Neanderthal). Anche se questa incredibile avventura poteva benissimo finire diversamente.
Se avete dubbi o non sapete rispondere agli assillanti perché dei vostri bimbi, in fondo al volume trovate un prontuario che riporta gli errori più comuni. Uno dei più frequenti: l’uomo è nato dalla scimmia. In realtà tra l’antenato della scimmia e quello dell’uomo “ci furono milioni di generazioni intermedie”.
Altro errore: pensare che l’evoluzione progredisca verso la forma umana. “Gli animali si evolvono in animali nuovi di ogni tipo e noi siamo soltanto uno di essi”. Nonna Elefante, ad esempio, se potesse riscrivere il grande albero della vita, inserirebbe la comparsa degli elefanti come finale più appropriato.
E mio figlio chiederebbe all’editrice Erickson una ristampa con l’avvento dei gatti come ultimo, decisivo colpo di teatro.
Perché parlare di Darwin ai bimbi? Perché è una storia affascinante, potente, misteriosa: tutti gli esseri viventi legati gli uni agli altri. Non credo ci sia argomento più stimolante per i piccoli.
E poi il 12 febbraio si celebra il Darwin Day, la nascita di quel signore “schivo che ebbe in sorte di cambiare per sempre il nostro modo di intendere la natura, e il posto della specie umana in essa” (Telmo Piovani, Introduzione a Darwin
).
Insegnandoci l’umiltà di esseri non perfetti creati a partire dagli animali.
E suggerendoci una lezione fondamentale: non vince il più forte né il più intelligente.
Ma chi sa adattarsi meglio al cambiamento.