Istruzioni per cantare…coi vostri figli (e i Cronopios)
“Si cominci con lo spaccare gli specchi di casa, si lascino cadere le braccia, si guardi vagamente la parete e ci si dimentichi. Si emetta una sola nota, la si ascolti di dentro. Se verrà udito (ma ciò avverrà molto più avanti) qualcosa come un paesaggio immerso nella paura, con fuochi tra le pietre, con figure seminude accucciate, credo che l’avvio sarà stato buono, e ugualmente se si sarà udito un fiume lungo il quale scendono barche gialle e nere, e anche se si sarà udito un sapore di pane, un tatto di dita, un’ombra di cavallo. Dopo, si comperino solfeggi e un frac, e mi raccomando, niente cantare con il naso e che sia lasciato in pace Schumann”.
Ho scoperto Julio Cortazar tanti tanti anni fa. E ancora ne sono innamorata. Forse perché è un po’ come me. Ecco la descrizione che ne fa Calvino: “due anime si contendono il porta-anime di Cortazar. L’una butta fuori immagini a getto continuo mosse dal vortice dell’arbitrio e dell’improbabilità, l’altra innalza costruzioni geometriche ossessive che si reggono in equilibrio su un filo”.
Praticamente il mio ritratto. Anche se non ho certo il talento di Julio.
Ma seguire questa polarità – senza tracimare troppo come me – è davvero divertente. La fantasia e la razionalità. L’immagine e la logica. La poesia e l’ordine.
I Cronopios e i Famas.
Provate a leggere qualche storia di queste due deliziosi esserini ai vostri figli.
I Famas che imbalsamano i ricordi, abbattono un albero di eucalipto per combattere la tosse, danno cucchiai di virtù alle proprie suocere.
E i dolcissimi Cronopios che giocano coi fiori, tolgono le spine ai leoni, fanno volare festoni di dentifricio rosa dalle finestre.
I vostri bimbi li adoreranno.
E potranno ammirarli proprio come fece lo scrittore argentino, tanto tempo fa, una sera in un teatro francese, durante l’intervallo di un concerto.
“All’improvviso ho visto fluttuare nella sala degli oggetti di colore verde…sembravano gonfiati come piccoli palloni, o come dei rospi, o animali del genere. Mi è venuta l’idea che quelli erano Cronopios. La parola e la visione mi sono arrivati simultaneamente”.
Parola e visione. Simultaneamente.
Per Cortazar, eterno bambino, era così.
Aprire la porta per andare a giocare.
Cercare, e mostrare, l’altro lato delle cose.
La magia del mondo.
Udire la paura, il sapore del pane, l’ombra del cavallo.
Scrivere o vivere.
Nessuna differenza.