Montessori e l’età dell’oro: i bambini sono come Dio
Qual è l’età dell’oro dell’essere umano?
Ce lo dice Maria Montessori.
Quel periodo pazzo e fantastico, impenetrabile e prodigioso che va da zero a tre anni.
In questo lasso di tempo il bambino è come Dio.
Crea dal nulla la sua realtà.
“Il meraviglioso passo compiuto dal bambino è quello che lo conduce dal nulla a qualche cosa, ed è difficile per la nostra mente afferrare questa meraviglia”.
Dunque, mettiamo a posto i termini.
Non si tratta di sviluppo. Ma di creazione, la quale parte da zero.
Da “un campo spirituale intatto e delicato”, spiega ancora la Montessori.
Un campo pronto per ogni semina. Capace di accogliere e moltiplicarsi in modo quasi magico.
Ecco, una delle cose più belle dell’essere mamma è conoscere quel campo.
La parola conoscere è sbagliata appunto perché quel campo è ancora misterioso.
Anche a se stesso.
Una grande distesa candida.
Come la neve, appena caduta.
Entrarvi è possibile.
Ma anche in punta di piedi si lascia una traccia.
Un’orma che scompiglia la neve fresca. Forse in modo indelebile.
Quel campo è avido di semi.
Semi che colpiscono i sensi. Danno fuoco all’immaginazione.
E ogni seme nutre quella distesa bianca. La modifica.
La crea.
Ecco, il miracolo.
Al punto che “i bambini diventano come la cosa che amano”.
E’ una “chimica mentale”, scrive la Montessori.
Ed è difficile per noi seguirne l’evoluzione.
Perché il nostro campo è ormai logico, razionale, ordinato.
Ha forme, contenuti, confini, aspirazioni di ricchezza o di potere.
Conosce il sudore e la malattia, la frustrazione e la bellezza.
Ma, in fin di tutto, è arido. Incapace di creare.
Dunque, l’orma in quella neve fresca può solo rubare.
Rubare la scintilla.
Un’eco lontana di quel mistero luminoso che è la creazione.
La nascita.
La connessione con Dio.
L’essere, e basta.
Senza età, parola, fine.
La neve pian piano si dissolverà.
Con fatica e determinazione, quel campo verrà arato.
Vi cresceranno frutti che comunemente sfamano l’uomo adulto.
Per poterli cogliere, il bambino rinuncerà a se stesso.
Al suo contatto con l’infinito.
Al suo potere di creare e ricreare il mondo.
Alla sua età dell’oro.
Caduta nell’oblìo come un gioco dimenticato e gettato via.